Rent to buy

Rent to buy

Da qualche anno a questa parte è sbarcato anche in Italia il contratto “Rent to buy” (affitto a riscatto). Nato in territorio statunitense già negli anni ’80, divenuto strumento molto richiesto anche nel Bel Paese per i vantaggi che ne derivano dalla sua applicazione. Ovviamente, la nostra legislazione non era assolutamente preparata a questo tipo di contratto, in quanto è simile ad una fusione di due contratti, entrambi “tipici” cioè chiaramente previsti dall’ordinamento italiano: il contratto preliminare di compravendita immobiliare e il contratto di locazione immobiliare. Fino a poco tempo fa, l'assenza di leggi specifiche sull'argomento a cui fare riferimento, ha generato non pochi problemi e ragionevoli dubbi in merito alla tutela delle parti del contratto Rent to buy. 

 

A Milano è stato organizzato dalla Fondazione Italiana del Notariato “La disciplina del rent to buy: tutele sostanziali e questioni tributarie”.

Il dibattito ha trattato la modalità di acquisto di un immobile utilizzando la disciplina dell’affitto a riscatto, uno strumento contrattuale molto richiesto da chi vuole compravendere un immobile in tempo di crisi e di scarsa liquidità.

Con il decreto Sblocca Italia (art. 23 D.L. n. 133/2014), il legislatore ha introdotto nuove norme in materie, aprendo la strada al Notariato per proporre un modello di contratto che possa contribuire al rilancio del settore immobiliare.

Il Notariato ha fornito risposte concrete analizzando schemi contrattuali e cercando di fare chiarezza anche sotto il profilo tributario, peraltro non ancora previsto dalla legge.

 

Lo stesso, oltre ad aver sottoposto uno schema contrattuale del rent to buy (file scaricabile in allegato), ha messo a disposizione un decalogo (file scaricabile in allegato) che, attraverso la formula domanda-risposta, offre importanti chiarimenti, in modo semplice ed esaustivo, per chi si vuole avvicinare a questo tipo di acquisto immobiliare. 


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